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AZZURRI

AI CONFINI DELLA REALTA’: AMBROSINI

Si chiama James Ambrosini, quelli che a Treviso sanno veramente di cosa stiamo parlando, ma che sanno veramente tutto, quelli forti, insomma quelli che la sanno lunga, quelli  lo giudicano “una promessa” , per gli altri è un UFO.

E’ arrivato in Italia nell’estate del 2012 accolto da una grancassa che lo voleva, causa le origini abruzzesi, subito in Nazionale; in effetti in Nazionale c’è passato ma dalla porta di quella Emergenti giusto nella primavera 2013 ha fatto una buona apparizione. A Treviso invece vederlo giocare davvero è tutt’altro che una consuetudine e, sinceramente, quelle volte che è accaduto nessuno è svenuto dall’ammirazione.

La stampa ufficiale del Benetton parla di lui come  “giovane talentuoso mediano di apertura nato a Brisbane, in Australia, il 5 giugno 1991″.  Il nuovo talentuoso mediano di apertura della Nazionale maggiore per ora è però un suo compagno di squadra che di anni ne ha 11 più di lui e si chiama Di Bernardo, quest’ultimo piaciuto davvero molto sia in Azzurro che ancor più spesso in maglia biancoverde.

Munari lo aveva detto il giorno dopo il suo arrivo che il James è forte ma aggiunse che bisogna lasciarlo crescere con calma;  se lo dice Munari , lo sapete, da queste parti ci si fida eccome  solo che vederlo giocare solleticherebbe, caro Munari,  anche noi  che non la sappiamo poi così lunga.

In verità il James lo abbiamo visto in azione proprio recentemente, nel match con Montpellier è entrato ed ha tenuto per se gli ultimi venti minuti del secondo tempo, grande carica, molta aggressività e determinatezza anche un paio di imprecisioni ma per il resto non si sono viste grandi cose, troppo poco tempo in campo per poterne parlare, giusto solo  il tempo per ribadire che c’è.

Ambrosini aspetta pazientemente il suo turno ma i più si chiedono quale regime di crescita potrà mai avere uno che alla fine non gioca quasi mai, viene da pensare che magari anche una partita ogni tanto in categoria inferiore forse  potrebbe fargli bene per testare conoscenze e prendere  padronanza dei suoi passi avanti.

Ecco che siamo alle solite, ci sono cascato ancora, mi sono infilato nel discorso della compenetrazione Pro12 ed Eccellenza, mi sono intruppato nel discorso che le franchigie devono essere territoriali: incorreggibile.

Torniamo ad Ambrosini, sicuramente un ragazzo promettente, forse troppo seduto in panca ma, di fatto, per ora solo un po’ vittima di un sistema chiuso che lo tiene ai confini della realtà. 

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