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FIR E DINTORNI

TREVISO RESTA A MONIGO MA, PER IL BENE DEL RUGBY VENETO, ANCHE NO

Stadio di Monigo- Treviso

Non si può certo dire che il Presidente Gavazzi non abbia fatto il suo dovere, ne parliamo sempre, lo diciamo in tutte le salse che c’è bisogno di nuove infrastrutture per il rugby ed ecco nientemeno che il vertice della FIR adoperarsi per rinforzarne l’ossatura. Capita giorni fa, come tutti sapete, che il Presidente, in una colazione milanese, abbia espresso alcune sue idee sullo spostamento a mo’ di pedine da scacchiera delle franchigie sul territorio nazionale, Zebre di qua, Treviso di là, alla fine Treviso si trasferiva, nella licenza poetica federale, a Roma, d’emblée. Quella che troppi hanno definito una gita della fantasia era chiaramente invece il primo di una lunga serie di piaceroni che il Presidente FIR ha fatto a Benetton & Co e, nell’ottica del disgelo, non si può che plaudirne.

Fosse stato vero che, per avere una franchigia di Pro12, Roma avrebbe dovuto ospitare squadra ed addirittura sponsor trevigiani sarebbe stato chiaro il messaggio federale al Comitato regionale FIR del Lazio, una cosa del tipo “da soli gnà fate proprio“, come dire che una città come Roma, con tutti i suoi milioni di abitanti e con tutta la promozione al rugby che viene colà fatta con la Nazionale che gioca praticamente solo all’Olimpico, non ce la fa a trovarsi risorse e sponsor per avere la terza franchigia federale promessa in periodo elettorale. La cosa non ci stava, sembrava impossibile uno sgarbo così pesante da parte del vertice FIR verso i grandi elettori del Lazio.

Luciano Benetton infatti  ieri ha dichiarato che di spostarsi a Roma non se ne parla e, raccogliendo l’assist federale, ha pure ben chiosato, insomma ha detto alla Tribuna di Treviso:” Il progetto della squadra continua, e continua a Treviso. Portare la squadra a Roma? Quanto ho letto sui giornali va considerato uno stimolo, sempre, ma anche un segno di riconoscimento per quanto abbiamo fatto e stiamo facendo prima in Italia e ora in Celtic. Ma se vogliamo reggere la sfida dobbiamo tutti fare la nostra parte:  la copertura dei popolari a Monigo diventa una priorità assoluta, è bello vedere lo stadio pieno anche nei giorni di brutto tempo”.

Ecco allora che l’uscita federale ha fatto raggiungere lo scopo alla Benetton Rugby di parlare dello Stadio di Monigo, ha aperto il dibattito sulla copertura della tribuna “piccola” ma, diciamolo, ha fatto molto di più. In effetti quello che è in discussione è la dimensione tutta del rugby in Veneto, Benetton ha dimostrato che si può puntare in alto ed ora ci racconta che non si può fare senza adeguate infrastrutture.  Aggiungo io che il rugby veneto deve crescere nel suo complesso, se vuole continuare ad essere traino e locomotiva del movimento a livello nazionale deve fare passi avanti certamente sul fronte dei vivai e della preparazione tecnica ma anche sul fronte infrastrutturale altrimenti un domani le dichiarazioni di un Presidente che fa colazione a Milano potrebbero trovare qualche giustificazione. Attendiamo dichiarazioni ufficiali allora dal Comitato Regionale Veneto.

Una volta sarebbe bastato ricordare alla Benetton Rugby che se vogliono giocare al coperto c’è uno Stadio nella vicina Padova ancora oggi chiamato “Stadio del rugby” che di posti ne fa 10.000 (7000 a Monigo) ed è già coperto, perchè  la lega celtica a Treviso è una conquista di tutto il Veneto ovale, giova ricordarlo, ed è bruttino che in tre anni i biancoverdi  non abbiano mai giocato una volta fuori dalle mura di Viale Olimpia; oggi però, dopo le dichiarazioni di Gavazzi e Benetton, una posizione del genere è davvero poco,  la verità è che ci vuole uno stadio nuovo.  Fatelo dove volete, a Treviso, a Mogliano a Paese o Zero Branco, a Padova o a Venezia, a Rovigo o a San Donà, ma fatelo, serve a tutto il rugby del Veneto, serve alla Benetton e, perchè no, magari alla Nazionale.

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