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FIR E DINTORNI

COMITATO VENETO: RITORNANO I DOGI

 

Il Comitato Regionale Veneto, quello al quale hanno staccato il resto del Triveneto per dar modo al Presidente FIR di litigare meglio con tutti, sta riorganizzando e facendo un restyling al proprio sito web e la cosa non poteva passare inosservata.  Se ci passate verificherete che il designer deve ancora finire il lavoro ma una novità molto più che sostanziale è già evidente ed è il marchio dei mitici “Dogi” lassù bello evidente a fregiare la sigla del Comitato.

Cosa accade? Non chiedetelo al Presidente Gavazzi, lui anche recentemente ha dichiarato che con i veneti, quei cattivoni,  che non gli hanno eletto l’amico suo, lui non ci parla più, dispiace e si spera si ravveda e ci si metta presto a chiacchierare, come d’uso a chi impalma la carica di Presidente. Parliamo però, orsù, di cose gioiose che di tristezze ce ne sono anche troppe in giro.

Cosa accade è  facile intuirlo, faceva parte del programma elettorale di Marzio Innocenti e di Zatta ancora prima, non era direttamente  dichiarato ma il fatto che sarebbe ricomparso questo pezzo di storia del rugby era davvero palese; ora che  la scritta “i Dogi” capeggia sul web  è difficile non farsi prendere da un po’ di emozione.

E’ proprio quella emozione che rende però evidente, appena ti giri a parlarne con un amico, che moltissimi nelle Tre Venezie, perchè bisogna ricordare che il mondo Dogi ha questa affinità territoriale, non è più così conosciuto. L’ultimo match dei Dogi, fondati a Treviso nel dicembre del 1973, risale a vent’anni dopo e da quel giorno in poi tutto è rimasto solo un bel ricordo, una maglia appesa in qualche Club House, i racconti di qualche vecchio rugbista.

Ritrovare la tradizione autentica di questo team ad inviti riportandolo oggi nella dimensione più consona del rugby moderno non sarà comunque difficile, è intanto importante però che il nuovo CRV abbia voluto marcare la propria nuova dimensione dandosi questa nuova immagine, la quale presuppone un accordo concreto fra le varie realtà locali, un accordo che si sapeva esistesse ma che adesso ha anche una sua bandiera, un visibile punto di partenza.

Sinceramente dispiace se questo ritorno del rugby veneto è turbato da qualche vicissitudine di troppo ma, come si dice a Venezia: barca neta no guadagna.

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