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FIR E DINTORNI

IL TEMPISMO SALVIFICO DELLA GIUSTIZIA FIR

E’ fastidioso, è almeno fastidioso, poi magari quello che vi sto a raccontare oggi qualcuno lo può archiviare nel fascicolo “illazioni a perdere” ma so che a voi come a me rimarrà il tarlo, il dubbio, la tremenda traballante idea che forse quello che leggerete potrebbe essere tutto vero. Trattasi di presunta giustizia ovale ad orologeria, metodo, o “illazione a perdere”  a seconda di come la si vede,  di cui si sarebbe fatto gran uso nel panorama FIR per eliminare “l’avversario” scomodo, il ricorrente non debitamente autorizzato a ricorrere, fino al candidato non gradito. Il  condizionale è d’obbligo.

Vedendo alcuni casi a caso viene però il tarlo di cui sopra. Partiamo da molto indietro, nel 2004, il petrarchino Lorigiola fece il discolo contro Dondi, si appellò in giudizio per una delibera FIR alquanto sospetta, la Giustizia FIR lo raggiunse e lo eliminò dai propri elenchi proprio nell’atto supremo della “campagna elettorale” per il rinnovo della Presidenza FIR di quell’anno, erano i tempi del CRRI, la manovra servì ai dondiani per indebolire il fronte opposto e finì poi come si sa. Un ricordo dei tempi andati tanto per raccontare che le cose che seguono non sono merce solo dei tempi nostri.

Vado a memoria e parto dal ricorso degli Aironi sulla loro estromissione dal campionato celtico ed anche il quel caso è significativo come, peraltro anche qui a cavallo della elezione federale, arrivò dalla Giustizia ovale invece di una risposta sulla questione specifica il deferimento del Presidente Aironi e patron di Viadana  Silvano Melegari; la questione Aironi è ancora in piedi mentre lo stralcio dal rugby del Melegari è già operativo.

In questi giorni è arrivata sentenza di commissariamento del Comitato FIR della Sicilia, un gesto palesemente  indirizzato contro Gianni Amore, una attività di giustizia ovale iniziata peraltro in tempi ben più sospetti di adesso, ovvero quando Amore si è candidato alla Presidenza FIR; l’atto di “giustizia” è arrivato a conclusione però solo ora che Amore ha presentato un ricorso che invalidi la elezione FIR dello scorso settembre per irregolarità che, a leggere il ricorso, sembrano davvero palesi.

In questi giorni è arrivata anche comunicazione della Giustizia ovale sul ricorso presentato da Romagna RFC contro la elezione del dondiano-gavazziano Spotti alla Presidenza del Comitato FIR Emilia Romagna;   la elezione si è celebrata in gran confusione ma soprattutto il Presidente, essendo un ricandidato, avrebbe dovuto racimolare, secondo i regolamenti federali, il 55% e non il 51 risicato che gli è toccato. La cosa risale  a diversi mesi fa ma la decisione della Giustizia ovale è arrivata solo questa settimana; chiaramente il ricorso è “infondato”, chissà perchè mi è venuto questo avverbio,  ma la cosa strana, o forse è proprio il contrario ormai, è che la Giustizia ha deciso proprio a qualche giorno dalla elezione del Comitato Regionale  Veneto. In Veneto infatti il candidato federale è parecchio indietro e qualcuno lo da  per spacciato; essendo un ricandidato anche lui dovrebbe forse raccogliere il 55% dei voti? Ecco la Giustizia ovale che ci mette la sua decisione puntuale sulla Emilia Romagna, decisione palesemente a “favore” del candidato federale veneto. Non chiamatelo “aiutino” che forse non è vero ma sicuramente non è bello!

I tempi di ogni evento citato  sono spaventosamente collimanti  il fattore cronologico causa-effetto è sequenziale; le decisioni prese poi parlano chiaro, si tratta sempre di “angeli contro demoni” ed i demoni sono sempre gli stessi, ma anche gli angeli.

Giustizia sportiva ad orologeria o “illazione a perdere”? Bisogna andarci molto cauti nel giudicare questi  argomenti per i quali forse cento esempi non basterebbero ancora a poter scegliere una delle opzioni. Un complimento alla Giustizia ovale però ce lo possiamo permettere: arriva a destinazione con un tempismo micidiale, precisa come i treni  di una volta. Quelli di Mussolini.

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