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QUESTIONE D'ELITE

DALLA ECCELLENZA A TUTTO IL MOVIMENTO DEL RUGBY PROGETTI PER DARE COMPETITIVITA’

E’ tutta una questione di velocità! Ultimamente è un termine che ritorna parecchio, me lo fischiano in molti nelle orecchie, pare il ritornello del momento.

La cosa che maggiormente mi tocca è quando mi raccontano che il Campionato di Eccellenza è ” a due velocità” , si sa che dalle parti de Il Nero Il Rugby si fa il tifo per codesto torneo che già ha i suoi problemi,  aggiungergli quello del Giano bifronte è almeno scomodo. Però è innegabile che, in Eccellenza, da un punto in poi la classifica non è più la stessa, che ci sono sei squadre che lottano per andare il prossimo anno in Amlin Cup  a prendersi settanta punti a partita dagli avversari e quelli che lottano per non retrocedere. Questa storia della eccellente doppia velocità si ripete, volente o nolente, nel Trofeo Eccellenza.

Insomma, leggo e mi dicono alcuni che per la nostra Eccellenza si tratta di andare tutti ad una sola velocità il che significa avere un campionato più competitivo, dove i team si equivalgano un po’ di più e ci sia maggiore battaglia, un campionato più equilibrato.  Ora bisogna sottolineare che è difficile trovare qualcuno che sia contrario ad avere un Campionato più competitivo ed equilibrato e sinceramente io, come tutti, sono favorevole alla cosa ma, ecco il ma, come si raggiunge  questo?

Si potrebbe scrivere un libro di considerazioni per rispondere a questa domanda invece io mi limito ad una sola osservazione: l’artificiosità non è la soluzione. Qui non si tratta di smontare un campionato, realizzare dall’alto  schemi e cascate di artefizi, costruire gironi artificiali o, peggio, team artificiali, pre-montati ed assemblati, distribuire giocatori dall’alto per rafforzare debolezze di Tizio o di Caio e cento prerogative di questo tipo che leggo ed alcuni mi soffiano negli orecchi accanto alla parola “velocità”, non credo sia questa la strada giusta.

C’è un movimento del rugby che deve unirsi territorialmente e farsi strada con le sue idee, ci sono aree più forti in grado di esprimere molto anche solo localmente ed aree che lo sono meno che devono progettare la loro crescita in maniera diversa.

In questi anni ho visto diverse idee volte alla ricerca di “velocità” e ce ne sono tre, fra le molte,  che mi sono rimaste impresse: il progetto TerreOvali parmigiano portato avanti da Massimo Giovanelli, il Romagna RFC  e il progetto del Veneto che appoggia Innocenti per le elezioni del comitato regionale. Quest’ultimo punta a concentrare le forze di tutto il movimento veneto per,  sfruttuando l’esperienza Benetton, dare alla partecipazione in Pro12 una franchigia veneta unita con cascata su Accademie, vivai e via così.

Ecco qui sopra tre esperienze progettuali diverse su tre diversi livelli di competitività, tre modi diversi di cercare di dare velocità al proprio rugby, sono questi tre metodi, o altri simili, che vanno stimolati, sostenuti e lasciati crescere perchè, se l’errore più grande sarebbe quello di costringere tutti ad una sola velocità facendo adeguare al ribasso quelli già cresciuti, l’altro errore sarebbe quello di credere nei progetti artificiali. Non artificiosità ma territorio che si impegna e si ingegna per costruire la sua crescita, per darsi “velocità”, questa è la strada da seguire.

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