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SERIE A ELITE

ECCELLENZA: PRATO REGINA. IN CATTEDRA LE DIFESE

Non c’era un match di questa davvero bella giornata di Eccellenza che non contasse veramente qualcosa ed i verdetti sono stati tanti, qualcuno si sforzerà a dire che nessuno di questi è veramente definitivo ma ci crede veramente? Impossibile esimersi, per una volta, dal dare una traccia puntuale della giornata di Eccellenza.

L’EMILIA . Va di scena il derby salvezza che, in verità, doveva decidere fino a che punto i Crociati, massacrati dalle recenti polemiche interne seguite dal cambio di allenatore, potevano ancora sperare di chiamare “Eccellenza il loro  prossimo campionato. I parmigiani hanno inseguito e ampiamente superato  un Reggio in pieno deficit difensivo approfittando delle loro debolezze, poi, recuperati, si sono visti beffati da una meta dei rossoneri a tempo scaduto. Bella partita e bel pubblico presente, magari ai singoli protagonisti il tutto non ha fatto egualmente bene ma all’Emilia ovale probabilmente si. Tantissimo.

LE PENE ROSSOBLU‘. Per Calvisano pochi scommettevano qualcosa in casa rodigina anche se però  tutti ci speravano. Il Rovigo ha combattuto, fatto due mete ma niente “miracolo”. La sconfitta costa a Polla Roux una classifica decisamente scomoda e comunque diversa da quella che molti si aspettavano, sta il fatto che a Rovigo non si sorride più da troppo tempo e la usura di Gernika è ancora forte, i rodigini riscoprono così l’avversario di sempre e titolano il loro insuccesso :”il Petrarca è ancora a 5 punti”. Basterà?

IL DERBY.  Bravo Presutti e bravo il solito Benetti che rosicchia a fil di ottantesimo con un calcio piazzato il derby romano ai laziali dopo tredici anni, rodono in panchina i biancazzurri che si trovano in posizione di classifica ora decisamente al di sotto delle loro ambizioni. La squadra del coach aquilano è, a tutti gli effetti, una neo-promossa anzi, ricordiamocelo, una ripescata e quindi quando il Presutti dice:”All’inizio della mia avventura con le Fiamme avrei messo la firma per trovarmi a quota venti punti alla fine del girone di andata“, c’è da crederci eccome. Volendo possiamo trovare l’essenza “campanilistica” del derby tutta in quella frase e cioè: può dire lo stesso la Lazio?

SAN DONA’ E L’AQUILA giocano e ci piace, vincono i primi, bravissimi ma la cosa più bella è la cerimonia congiunta con la quale la città ed il Rugby San Donà hanno intitolato il Parco di Via Tarvisio in San Donà di Piave a Lorenzo Sebastiani: “in segno di profonda amicizia, forte ed eterna come una sequoia per ricordare Lorenzo, per gli amici Ciccio, rugbista aquilano scomparso nel terremoto che ha colpito L’Aquila nel 2009”. Quella a San Donà di Piave, il 26 aprile 2009, fu la prima partita giocata dopo il sisma: il match, del campionato di Serie A, creò un forte legame fra le due Società che  videro San Donà presente a sostegno del Rugby L’Aquila e della sua città con gesti di grande solidarietà. Un partita bellissima, gran rugby.

ECCELLENTE DELUSIONE. Il Mogliano raccoglie il peggior risultato possibile a Prato perchè, con questo match, infrange i sogni di una ottima campagna acquisti ed il titolo di “team rivelazione” della passata stagione si dimostra adesso insufficiente.  Schiacciata dai toscani nel primo tempo si scontra contro la loro difesa nel secondo subendo il più classico  “contropiede di calcistica memoria” che affonda le proprie ambizioni.Eppure il Mogliano gioca un bel rugby, agile anche se con qualche imprecisione di troppo, ma non basta.  Niente da fare, per essere quarti, come in molti avrebbero scommesso, non bastano dieci giornate, ci vuole la prossima, di fuoco, i bancoblù se la giocano in casa proprio contro il Petrarca.

CANONE INVERSO  Viadana fa poco o niente ma una cosa la fa : vince la partita. Chiusa in difesa dal decimo del primo tempo fino al ventesimo del secondo senza mai superare la linea di metà campo i mantovani subiscono la pressione e la superiorità in pressochè ogni fase di gioco dei petrarchini che vincono, e rubano, touch, vincono in mischia, giocano veloce, penetrano con tutte le soluzioni, dominano i punti di incontro ma niente mete, c’è quel muro sui 5 metri e tanta gioventù nella mediana petrarchina. Film già visto ed al sessantesimo i petrarchini conducono solo 9 a 3 complice anche il piede di Mennitti Ippolito poco prolifico (3/6). Nessuno avrebbe niente da dire se finisse così ma ci pensa Passacantando, arbitro di larghe vedute e molti richiami quando si tratta del gialloneri ma chiamato ad essere implacabile con i padroni di casa ed alla prima occasione, il sessantesimo minuto appunto, per il Petrarca è subito giallo, Gega in panca e, poco dopo, Viadana è sul 13 -9. Partita chiusa. Petrarca sterile, Viadana bravo e soprattutto cinico, arbitro deciso (o decisivo?).

In testa alla classifica di questo campionato ci vanno le difese, vere protagoniste di tutto il sistema di gioco della Eccellenza, chi sta in testa ha praticamente quello in più, non c’è gioco veloce o dinamismo che tenga, il campionato di Eccellenza segue una linea divergente rispetto a Pro12 e Nazionale. Il muro di Prato o quello di Viadana, i tempi difensivi di Calvisano su ogni linea, gli arretramenti in linea e gli accorciamenti della linea stessa sono protagonisti mille volte più che la difesa avanzante. Helenio Herrera inventò negli anni sessanta il “catenaccio” che diventò una delle prerogative  di gioco delle sue squadre per molti anni, nessuno mai contestò la sua specialità per quanto poco spettacolare fosse perchè squadra che vince non si cambia.  Vedi un po’ che magari questa  Eccellenza qualcosa da insegnare ancora ce l’ha?

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