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FIR E DINTORNI

FIR: FRA LE VETUSTE NOMINATION C’E’ PERO’ QUALCHE NOVITA’,TEMPO AL TEMPO

Si sono trovati in occasione del super match dell’Olimpico, messi in conclave in Consiglio Federale ed hanno deciso che decideranno cosa decidere, intanto hanno messo in fila i nomi dei decisori che dovranno trovarsi per decidere. E’ normale che un neo-Presidente eletto faccia mosse come questa e, per ora, il nuovo Presidente FIR in termini di politica, ha fatto solo quello ad oggi,  si è “elevato” forse anche al di sopra del Dondi. Prima  il colpo all’albero di maestra della “opposizione” con la scomposizione del Serenissimo Governo del CIV (Comitato Interregionale delle Venezie) da pochi giorni diventato l’impronunciabile CRV (Comitato Regionale Veneto) a mezzo Delega del Friuli al fedele al dogma Federale Silvestri da Pordenone,  parallelamente il passo indietro sulla franchigia dei Lupi dicendo ai fedeli elettori romani cose del tipo  “è tutta colpa della Scozia fosse per questa FIR a Roma di franchige ne avremmo fatte sei” , qualche altra spuria qua e la ed ora le nomine. Diciamo subito che credo l’attuale Presidente Federale non stia peccando di continuità assoluta, in fondo, a parte gli atteggiamenti che hanno il sapore della prepotenza sui quali ci saranno credo quattro anni per discutere, anche questa pletora di nomine indicherebbero che la FIR ha voglia di parlare con il movimento in qualche modo; resta il fatto però che dentro questa cascata di nomi  ve ne sono ben pochi di nuovi ed i posti di comando sono affidati a chi fece dell’assordante silenzio dondiano una religione e non si vede perché ora dovrebbe essere il contrario. Se c’è in Italia una voglia forte di cambiamento in tutti i settori della Società, sport incluso, diciamo che il  rugby rimane ancorato ai solito 4/5  nomi più gli amici ed i ripescati da trombata elettorale. Vero è che il Presidente sembra aver voglia di toccare il territorio con mano e non restare sospeso sulla poltrona più alta a comandare come fece nella sua ultima parentesi il suo predecessore, per farlo sembra per ora usare, legittimamente,  le nomine. Così il Consiglio Federale decide che il CdA delle Zebre avrà  “un numero considerevole di membri che verranno nominati tra i Presidenti delle Società dell’area Nord-Ovest” , affida le varie Nazionali alla custodia federale di Saccà e Cantoni e poi altri nelle minori,  ma soprattutto vara le otto Commissioni Federali Miste. La “prima” si occupa dei Campionati Nazionali , a capo c’è ancora Stefano Cantoni (pagata cara questa Emilia pasticciona) mentre per parlare dei Campionati Giovanili ci si sposta fra gli orfani di Celtic,  per loro fortuna aggiungo io, del Lazio e la carica va a Luisi. Quest’ultimo fa il bis con la Presidenza della “Commissione Promozione Scuola e Sviluppo” ma non arriva ad emulare il Cantoni che, nell’impressionante cumulo  di cariche, arriva a prendere la Presidenza di  altre due Commissioni: quella dei “Club Virtuosi” , delicatissima posizione che qualche maldicente assolutamente stigmatizzabile ha già chiamato “commissione clientele”, e quella della Formazione. La Campania di Michele Manzo porta a casa la Presidenza della Commissione del rugby a 7 e finalmente la sconfitta Susanna Vecchi trova un minimo motivo per il suo posto di Consigliere Federale abbracciando la Presidenza della  Commissione del rugby femminile; in Veneto c’è un altro sconfitto che viene premiato della sua inossidabile fede al verbo bresciano alle ultima elezioni e, da vero giapponese, Tullio Rosolen trova un posto da consigliere  in una commissione.  Adesso il Presidente ha pagato tutti e chi lo conosce dice trattarsi di bresciano doc quindi tutti si mettano ora a lavorare per il rugby che “sè tè öt che l’amicissia la sé mantègne, ‘na spòrta la àghe e ‘n altra la ègne” (se vuoi che l’amicizia si mantenga, un regalo vada e uno venga). E’ vero che la partenza non è delle migliori ma è esattamente quella che ci si aspettava dopo la sua elezione e quindi non si può certo dire al Presidente di non aver dimostrato coerenza, forse però il Presidente ha dato qualche altro segnale diverso, magari a qualcuno dei suoi non è piaciuto del tutto, l’aumento del contributo alle Società del massimo Campionato cosa voleva dire? Che il rugby parte da li? Comunque è una attenzione non trascurabile e, questa si,  sarebbe una novità, tempo al tempo.

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