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REGOLE ED ARBITRI

IL “CASO” DEL DOPPIO ARBITRO FRA TECNICISMI E ABBAGLI

Merita una analisi, seppur limitata, l’approfondimento che  On Rugby  ha dedicato recentemente alla questione della gestione della partita dal punto di vista arbitrale cercando alla fine di convincersi che in campo ci vogliono due arbitri; delle tre puntate dedicate alla questione consiglio quella di Antonio Raimondi che parte dalle nuove regole IRB sull’utilizzo del TMO per arrivare alla deduzione di cui sopra. Quando in uno sport si comincia a puntare alla perfezione del fischio arbitrale, quando si comincia a non tollerare più l’errore umano dell’arbitro, quando ci si pone il problema della “prevedibilità” del gesto arbitrale, il calcio insegna, la cosa si fa già di per se spinosa e angusta. Spesso tali istanze nascono da una mentalità elitaria che cerca nella irreprensibilità del gesto atletico il compimento della propria competenza dimenticando che uno sport come il rugby deve puntare alla massa non alle striminzite elite. Basterebbe questo per indurci a contare la presenza arbitrale sul terreno di gioco perchè, fateci caso, nel rugby sono già tre! In verità la ricerca della perfezione arbitrale di cui sopra passa, nella testa di molti, attraverso il principio, secondo me assolutamente sbagliato, della “immediata prossimità alla azione”,  scavalcando così la realistica possibilità che i guardalinee possano intervenire ancora più attivamente in alcune fasi di decisione dell’unico arbitro. La errata tendenza è quello di portare ad esempio il basket, infatti li gli arbitri in campo sono esattamente tre come nel rugby però ruotano sul campo per suddivisione dello spazio di competenza e non per analisi del gesto atletico o della fase di gioco come vorrebbero i nostri fautori del secondo arbitro. Nella pallacanestro infatti  chi  prende la decisione è sempre uno e non esiste alcun supporto “ufficiale” dai colleghi. Basket e rugby non sono poi  paragonabili ed è secondo me insensato farlo, basti pensare che uno è uno sport di contatto l’altro invece, esattamente al contrario,  ha alla base del fischio dell’arbitro l’illecito contatto. Si fischia l’illecito contatto, per questo nella pallacanestro c’è tanta meticolosità nella ricerca dello spazio fra i giocatori, e non del fallo, è la ricerca dello spazio il vero compito dell’arbitro di pallacanestro. Nella pallacanestro il controllo della stessa azione di gioco da parte di due arbitri non è ammessa, esiste persino una regola, doverla applicare è la vergogna degli arbitri del basket, che assegna la prevalenza del fischio in caso sia “doppio” ovvero si manifesti da due arbitri e pure disgiunto. Queste esperienza ci insegna infatti semmai il contrario di quello che dice Raimondi, ovvero che il controllo di una stessa azione è deleterio e determina confusione in campo;  ritengo inoltre che la stessa ricerca della perfezione nel gesto tecnico da parte dell’arbitro raddoppierebbe i fischi e le pause di gioco, toglierebbe fantasia al gioco stesso, introdurrebbe sofismi stupidi, creerebbe aspettative di perfezionismo che la maggior parte del  pubblico non capirebbe, generando malumori e proteste o allontanando molti che riterrebbero il rugby “uno sport troppo difficile”. Il tecnicismo non aiuta mai, trovo molto più corretto il discorso di De Santis sulla valutazione della lealtà del gesto atletico.
Riportando a galla la discussione sul principio se il movimento si deve costruire dalla base o dall’apice una ultima osservazione riguarda i giocatori e gli arbitri stessi. Questi ultimi sono sempre pochi e nel rugby accade, come accade da sempre nel basket, che solo nella categoria maggiore si giochi con il gruppo arbitri al completo (sarebbe così anche se gli arbitri fossero 2 oltre ai  2 guardalinee). Nelle altre  categorie l’introduzione del secondo arbitro non avrebbe quindi alcun impatto, continuerebbero con un solo arbitro e continuerebbero a mancare persino i guardalinee determinado la crescita distorta dei giovani rispetto al vertice. Per assurdo dovrebbe infatti essere il contrario, perchè un buon arbitraggio, ammesso che i due arbitri siano una cosa così,  insegna moltissimo e chi più dei ragazzi di una buona Under20 o Under16 dovrebbero poterne godere? 
Condizione importante invece è puntare alla preparazione, soprattutto atletica, della terna in campo, all’ampliamento della base con il fischietto, alla sua preparazione tecnica costante e puntigliosa. e, per i grandi match, ci sarà  poi il TMO che ci dirà qualcosa in più, giusto per lo spettacolo perchè ai rugbisti, poste le condizioni di cui sopra, deve poter andare bene comunque. 
 
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