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FORZA RUGBY

DEGLI AZZURRI DI IERI E DELLE ASSONANZE RIVELATRICI

Su NPR anche il libretto con il
programma della sfida del 1955
Il principale merito di Andrea Pelliccia su NPR Non Professional Rugby è quello di raccontare la storia del rugby del passato guardando entro i nostri confini. Siamo troppo legati alla capacità di voler ricordare e magari riconoscere la storia di Danie Craven o di Jonah Lomu mentre Andrea su NPR sfoglia, ad esempio, le pagine di quella trasferta del 1955, aprile, il giorno 16, nel tempio di Twickenham quando la nostra Nazionale sfidava London Counties perdendo 22-11. E’ la seconda puntata di “Azzurri d’Oltremanica“, che segue l’altro lavoro di Andrea “Azzurri d’Oltralpe“, e sono davvero belle  le foto, ovviamente d’epoca, dei nostri azzurri in terra inglese, Barbini, Taveggia e Mattacchini dalle varie sponde di Milano, Stievano dal Rovigo, Comin, Luise, Danieli, Silini, Brusin  dal Petrarca, Aiolfi, Percudani e Fornari da Parma ed altri.
Questi Azzurri d’Oltremanica mostrano il rugby italiano con la sua storia profonda, fatta di sacrifici e di tanta passione e pare ancor più vero, leggendo qui, il fatto che in fondo a noi “italiani ovali” la cosa che ci ha preso alle spalle ed alla quale non abbiamo davvero saputo rispondere è stata  proprio l’introduzione del  professionismo nel 1995.  Guardarsi indietro però produce anche assonanze e, senza alcun nostalgismo, si deve constatare che nel 1955 il rugby italiano in giro per l’Europa era la Nazionale Azzurra ed oggi è ancora così, salvo le due (ma sono davvero due?) squadre che si battono in Pro12. Eravamo e siamo distanti dall’avere una batteria di team italiani che possano frequentare l’Europa con il necessario livello sportivo. Altra assonanza risalta poi quando Andrea scrive a proposito del ritorno degli Azzurri in Gran Bretagna un anno e mezzo dopo (ottobre 1956) :”A favorire l’evento sostanzialmente due fattori. L’impegno della F.I.R. (guidata all’epoca da Mauro Lais), alla ricerca di nuovi sbocchi per il rugby nostrano, e la volontà da parte dell’International Rugby Board di coinvolgere e sostenere le nazioni emergenti…”. Cosa è cambiato dal 1955 ad oggi? L’IRB è sempre li che sostiene le nazioni emergenti che emergono sempre con grandissima difficoltà, che sbocciano e poi appassiscono troppo presto. Mi assale il dubbio che magari non è tutta colpa nostra se poi non “emergiamo” veramente mai, magari qualcosa da correggere anche quelli dell’IRB se lo devono mettere in conto. Vabbhe, chi produce fantasia a buon mercato uccide i sogni, restiamo alla nostra storia, quella del rugby italiano: grazie Andrea, alla prossima puntata.
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