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QUESTIONE D'ELITE

STRANIERI IN ECCELLENZA, E’ URGENTE CAMBIARE

Domenica si è giocata la dodicesima giornata del Campionato di Eccellenza e, al fischio iniziale,  si sono cimentati 150 atleti, di cui una sessantina stranieri. Una media  altissima considerando che i risultati in termini di fascino, qualità e capacità di gioco del campionato nonostante questo nobile ed importante apporto “estero” sono piuttosto modesti.  Il Campionato di Eccellenza non ha un vero freno in ambito “stranieri” , altre volte ho sottolineato questo passaggio eleggendo ad international dream team della Eccellenza gli stessi Campioni d’Italia che a volte arrivano a schierare fino a 10 stranieri in un match.
Nel nostro rugby, per effetto di uno strabismo evidente e conclamato, le due franchige  che giocano il Pro12 sono invece lacciuolate dalla FIR a tutta una serie di norme sull’utilizzo degli stranieri addirittura con vincoli di reparto.
La Eccellenza che dovrebbe essere la prima linea di rifornimento di franchige e Nazionale ha disponibilità copiosa di stranieri che non possono accedere alle formazioni di livello superiore e che giocano, credo poterlo dire con sicurezza per moltissimi casi, al posto di nostri giovani di formazione italiana. A meno che la nostra Eccellenza non debba diventare una fucina di “eleggibili” , ma credo che il solo dirlo sia una battutaccia, credo vada invece eseguito rapidamente un rialliniamento delle disponibilità “estere” di cui sopra; la FIR non farebbe male a dare numero chiuso al tesseramento estero prima di tutto per le formazioni di Eccellenza; non è un problema solo di “aperture”, tema tanto caro in questi giorni quanto risaputo da anni, ma di frequentazione al miglior gioco da parte di tutti i nostri giovani. 
Pescare meno dall’estero per la Eccellenza significa anche liberare risorse economiche dei singoli team, risorse  che possono essere indirizzate verso la formazione dei giovani rugbisti italiani. 
La Eccellenza è una grande occasione per tutto il movimento ma deve cambiare radicalmente alcuni approcci, deve interpretare il suo ruolo di formatrice di giovani talenti e  di gestione del territorio. Diversamente  sarà costretta ad arretrare passo dopo passo fagocitata da una FIR accentratrice,  arrocccata sulle Nazionali e le Accademie. Cominciamo dagli stranieri, pochi ma buoni fanno solo bene, così come è oggi è solo un buon caos.
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