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FIR E DINTORNI

RWC2011: UN MONDIALE AD ALTA ACCESSIBILITA’

Mi piace molto come questa Italia ovale  si sta organizzando il mondiale che arriva, moltissime iniziative in tutte le direzioni  ed una piccola macchina organizzativa ed organizzata pronta a riversare una selva di informazioni  molto superiore a qualsiasi edizione. Il mondiale più lontano che ci sia capitato dalla sua prima edizione, ci sono 18.387 chilometri da Roma ad Auckland, sarà potenzialmente il più vivibile.

Un mondiale a grande accessibilità, fatto salvo magari il fuso orario che propone soluzioni a volte improbabili, diciamo che i pub a quell’ora sono generalmente chiusi.
Chiaro a tutti che è la rete il vero protagonista di questa vicenda sportiva, internet è il mezzo che uccide l’indifferenza e la sufficienza di alcuni media tradizionali, i blog di alcuni giornalisti professionisti  e quelli di alcuni appassionati dello scrivere (la differenza c’è e si vede) sono gli strumenti principali  attraverso i quale si manifesta questo approdo positivo al RWC2011.
Piace molto l’approccio che il mondo Media della Federazione ha dato all’evento e, fra tutti, Casanelson.it è, secondo me, la ciliegina su una torta ben confezionata. Congratulazioni al Cimbrico, Andrea ovvero il Media Manager della FIR,  per la selva di contenuti multimediali messi a disposizione ed a Casanelson per la mission di voler portare il rugby per quello che autenticamente è,  senza troppi fronzoli o starlette, nelle case della gente.
E’ vero che i morti si contano alla fine della battaglia, citazione macabra ma non me ne veniva altra, ma, per questa volta, una cosa diciamola subito, in anticipo, rischiando di essere sbugiardati ma anche di essere profeti. Questo mondo del rugby in trasferta a casa degli All Blacks è seguito si da Sky e da qualche altro mega-media, ma cosa sarebbe senza quel movimento di contenuti ed iniziative che trovate nel blogroll qui a lato? La FIR ci faccia un pensierino, guardi questi mondiali partendo dal suo più vicino Casanelson fino all’ultimo dei contributi. La diffusione del nostro sport e, soprattutto, il mantenimento dei suoi valori fondanti, passa sicuramente dal prato verde ma senza comunicazione è una voce roca. 


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